lunedì 26 aprile 2010

Il giornalismo libero di Al Gore e Saviano e la galera di Alfano

Articolo 21 - INFORMAZIONE

"Lo spirito di Enzo Biagi rivive su Current tv". Esordisce così Al Gore al Festival del Giornalismo di Perugia. Dopo aver salutato e ringraziato i "currentisti" italiani il Premio Nobel, preceduto dallo scrittore Roberto Saviano, esordisce ricordando "il grande giornalista di cui dobbiamo onorare continuamente la memoria". Lo fa davanti ad una platea gremita al teatro Morlacchi. Centinaia di giovani in fila già cinque ore prima per assistere all'evento in una giornata ben poco primaverile. E in molti sono rimasti fuori al freddo, a seguire dal maxi schermo l'appuntamento clou di una manifestazione che offre dibattiti e riflessioni ogni anno più stimolanti.

Qui l'articolo completo.

Per Alfano la galera si addice ai giornalisti
di Domenico d'Amati
Articolo 21

Mentre la Corte Europea dei diritti dell’uomo si ostina a definire i giornalisti “cani da guardia della democrazia” riconoscendo loro ampi spazi di vigilanza e di critica nei confronti delle istituzioni, anche con la diffusione di informazioni che “offendono, sconvolgono ed inquietano” e la nostra Corte di Cassazione, in alcune recenti sentenze, mostra di recepire queste indicazioni, affermando la prevalenza del diritto di manifestazione del pensiero su altri pur rilevanti valori, il Governo e la maggioranza parlamentare, dimentichi dei trattati sottoscritti dall’Italia sono impegnati nell’apprestare mordacchie e bastoni al fine di impedire ai giornalisti di fare il loro dovere.

Qui l'articolo completo.

giovedì 22 aprile 2010

Rita Levi Montalcini compie 101 anni


Auguri Rita!

La sua fondazione:
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La missione della fondazione
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"Una delle maggiori problematiche che grava sulle popolazioni del sud del mondo, in particolare nel continente africano, è il mancato accesso all’istruzione della quasi totalità delle appartenenti al sesso femminile.Il programma della Fondazione ha un duplice obiettivo:
il primo di venire in aiuto a popolazioni che vivono in condizioni di estrema indigenza
il secondo di impedire che le tragiche situazioni di questi paesi provochino migrazioni di massa e sollevino altri sconvolgimenti a livello globale
La creatività e l’efficienza organizzativa, già dimostrata dalle giovani donne africane, potranno innescare meccanismi di trasformazione sociale, essenziali per loro stesse e per l’intero genere umano. Lo sviluppo dei paesi ad alto livello culturale ha dimostrato che l’istruzione è la chiave di volta del progresso di un paese. L’educazione a tutti i livelli costituisce infatti il più efficace strumento per creare una classe di donne in grado di assumere posizioni direttive a livello sociale, politico e scientifico, di mettere a frutto le possibilità offerte dai programmi di cooperazione internazionale, di educare i giovani delle generazioni successive. "Così come un battito di ali di una farfalla, nella foresta dell’Amazzonia può provocare, anche a distanza di tempo, un uragano al polo opposto del globo, allo stesso modo le finalità della Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus, mediante l’assegnazione di borse di studio nelle più critiche situazioni africane, possono innescare meccanismi di trasformazione radicali, vantaggiosi a livello mondiale."Rita Levi-Montalcini

mercoledì 21 aprile 2010

Saviano raccona Saviano


SAVIANO RACCONTA SAVIANO
Su Current dal 21 Aprile ore 21:10

“Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me. Sono un oggetto che viene trasportato. Ma sono libero. Perché la vera libertà è quella che hai nella tua testa”.

Roberto Saviano. Raccontato in prima persona.

Per vedere l’esclusivo video in Augmented Reality dedicato allo speciale clicca

qui: http://augmented.current.com/

martedì 20 aprile 2010

Il premier mi vuole zittire


Lo scrittore: "Assurdo preferire il silenzio, Berlusconi si scusi con le vittime".
"Non so se Mondadori è ancora adatta a me" di ROBERTO SAVIANO

Presidente Silvio Berlusconi, le scrivo dopo che in una conferenza stampa tenuta da lei a Palazzo Chigi sono stato accusato, anzi il mio libro è stato accusato di essere responsabile di "supporto promozionale alle cosche". Non sono accuse nuove. Mi vengono rivolte da anni: si fermi un momento a pensare a cosa le sue parole significano. A quanti cronisti, operatori sociali, a quanti avvocati, giudici, magistrati, a quanti narratori, registi, ma anche a quanti cittadini che da anni, in certe parti d'Italia, trovano la forza di raccontare, di esporsi, di opporsi, pensi a quanti hanno rischiato e stanno tutt'ora rischiando, eppure vengono accusati di essere fiancheggiatori delle organizzazioni criminali per il solo volerne parlare. Perché per lei è meglio non dire.
E' meglio la narrativa del silenzio. Del visto e taciuto. Del lasciar fare alle polizie ai tribunali come se le mafie fossero cosa loro. Affari loro. E le mafie vogliono esattamente che i loro affari siano cosa loro, Cosa nostra appunto è un'espressione ancor prima di divenire il nome di un'organizzazione.
Io credo che solo e unicamente la verità serva a dare dignità a un Paese. Il potere mafioso è determinato da chi racconta il crimine o da chi commette il crimine?


L'articolo completo su Repubblica
qui

venerdì 16 aprile 2010

Cecilia Strada: Noi, testimoni di una brutta guerra

Cecilia Strada: «Noi, testimoni di una brutta guerra»
di Umberto De Giovannangeli
Faremmo volentieri il nostro lavoro senza essere costretti a raccontare ciò che raccontiamo: le storie dei nostri pazienti. Il problema è che se non le raccontiamo noi, nessun altro lo fa». A parlare è Cecilia Strada, presidente di Emergency.

Dopo gli arresti, l'evacuazione di altri operatori italiani da Lashkar-Gah. C'è chi parla di una “eliminazione” di testimoni scomodi..

«Siamo nel campo delle ipotesi... Ma sono talmente irrealistiche le accuse che ci sono state rivolte che viene naturale chiedersi il perché...».

In questa ricerca di uno o più perché quali ipotesi è possibile realisticamente avanzare?

«Si sa che in una guerra la prima vittima è l'informazione. E quindi una delle ipotesi è che dia fastidio il nostro parlare. Noi di Emergency faremmo volentieri il nostro lavoro senza essere costretti a raccontare le storie dei nostri pazienti. Il problema è che se non le raccontiamo noi, non lo fa nessuno. E invece è fondamentale mostrare il vero volto della guerra. I volto della guerra in Afghanistan è quello di una bimba di 5 anni colpita in un attentato dei talebani e quello di un bambino di 9 anni colpito da un proiettile delle forze internazionali. Sono solo due esempi che racchiudono in sé le storie di centinaia di persone che abbiamo in cura nei nostri ospedali. Una cosa è certa: dopo ciò che è avvenuto sabato, l'ospedale di Lashkar-Gah non è più sotto la responsabilità di Emergency. E questo contro la nostra volontà. Come è altrettanto certo che l'arresto dei nostri tre colleghi è un gravissimo precedente per tutti gli operatori umanitari italiani in Afghanistan e in altre parti del mondo».

Ieri cinque operatori di Emergency hanno dovuto lasciare Lashkar-Gah per Kabul.

Qui l'articolo/cecilia_strada_noi_testimoni_di_una_brutta_guerra
Fonte: http://www.unita.it

mercoledì 14 aprile 2010

Il governo ci ripensa, i Tg pure: Emergency Santo subito, Gino Strada in Purgatorio


Articolo 21 - OSSERVATORIO TG

I TITOLI DEI TG DEL 14 APRILE 2010 - Basta che il Governo scelga di cambiar rotta e subito cambia la linea dei giornali. I Tg, disposti ad accettare le ragioni Afghane nelle prime ore, diventano dopo una giornata più accorti e oggi si trasformano (solo dopo le dichiarazioni di Frattini e la lettera di Silvio Berlusconi a Karzai), paladini di Emergency. Tg1, Tg2, Tg3 aprono su Emergency; il Tg5 mette la notizia nei titoli, Tg4 e Studio Aperto fanno servizi. Nessuno tocchi l’associazione anche se non è ancora sdoganato Gino Strada; Frattini afferma di condividerne al 100% il lavoro ma non gli atteggiamenti permettendo così ai Tg che nei giorni scorsi avevano data quasi per certa la colpevolezza dei tre italiani arrestati nell’ospedale di Laskhar-Gah di salvarsi in corner. Del tipo: abbiamo esagerato ma poi… in fondo in fondo… qualche problema c’è. Su questo sentiremo Fausto Biloslavo, giornalista de Il Giornale che ha smontato, pezzo pezzo, la bufala del Times.
Leggi
qui il seguito
Fonte:http://www.articolo21.org

"In Afghanistan non si vogliono testimoni"

Articolo 21 - ESTERI
"In Afghanistan non si vogliono testimoni"
"Una vicenda che è iniziata in maniera grottesca, ma ancor più grottesco è l'atteggiamento che sta assumendo il Governo, la Farnesina, Mantica, Gasparri... Hanno parlato di vergogna, bene io penso che uno dei pochi motivi per cui l'Italia non si debba vergognare del paese che è diventato è proprio grazie alla presenza di persone come Marco, Matteo e organizzazioni come Emergency."

"Articolo21 - affermano il portavoce Giuseppe Giulietti e il direttore Stefano Corradino - nell'aver aderito e rilanciato la raccolta di firme per esprimere la solidarietà ad Emergency invita i media a svelare la bufala e a mettere il governo afgano di fronte alle sue responsabilità. E' quantomani opportuno inoltre che il nostro governo faccia sentire l'indignazione di migliaia di italiani. Per questa ragione - concludono Giulietti e Corradino - Articolo21 aderisce convintamente alla manifestazione che si terrà sabato prossimo alle 14:30 in piazza Navona e invita le tv pubbliche e private a dare ampio spazio a questa iniziativa. Il nostro sito terrà in apertura questa vicenda non solo in attesa della liberazione dei tre cittadini italiani ma finchè non saranno reintegrati nel loro importante ruolo presso gli ospedali".
Leggi l'articolo
QUI

Fonte: http://www.articolo21.org

martedì 13 aprile 2010

In Afganisthan non si vogliono testimoni

Articolo 21 - ESTERI
"In Afghanistan non si vogliono testimoni"
"Una vicenda che è iniziata in maniera grottesca, ma ancor più grottesco è l'atteggiamento che sta assumendo il Governo, la Farnesina, Mantica, Gasparri... Hanno parlato di vergogna, bene io penso che uno dei pochi motivi per cui l'Italia non si debba vergognare del paese che è diventato è proprio grazie alla presenza di persone come Marco, Matteo e organizzazioni come Emergency." Così Vauro Senesi commenta in un'intervista realizzata da Italiaradioweb per www.articolo21.info, le dichiarazioni da parte di esponenti della maggioranza. E in merito all'ipotesi del "complotto" contro Emergency sottolinea: " Emergency vede tutto quello che non vogliono far vedere della guerra, i feriti, le conseguenze, le vede perchè è un ospedale; quello che non si deve vedere è che non ci sono guerre democratiche e missili che portano democrazia. Questa non è una guerra pulita."
Leggi l'articolo ed ascolta l'intervista QUI


Fonte: www.articolo21.org

Emergency, smentita la confessione dei tre itaiani

AGI) - Roma, 11 apr. - Smentita la confessione dei tre operatori italiani di Emergency fermati a Laskhar Gah, in Afghanistan.

QUI l'articolo completo.

giovedì 8 aprile 2010

Ru486. Cos'è e come funziona

La cosiddetta pillola abortiva, in realtà, sono 3 pillole di 2 farmaci diversi, che vanno assunte obbligatoriamente entro 7 settimane dopo il primo giorno dell’ultima mestruazione. Secondo il dottor Nicola Blasi, responsabile delle interruzioni di gravidanza al Policlinico di Bari, questo metodo "non cambia assolutamente nulla rispetto alla legge 194", se non il fatto che "si evita alla donna un'anestesia e un intervento chirugico".

Leggi l'articolo completo Qui
Fonte: www.articolo21.org

venerdì 2 aprile 2010

Donne Kamikaze - Nessuna scelta

Sono state due donne a compiere gli attentati che, lunedi' 29 marzo, hanno provocato numerose vittime nella metropolitana di Mosca.

La vendetta spiega solo in parte il fenomeno.


Ho trovato molto interessante l'articolo dell'AGI che trovate
QUI:



Un saluto,
Kemi

giovedì 1 aprile 2010

Io non li voglio!

Ma ce la meritiamo proprio questa pochezza?

Roma, 31-03-2010

Il cammino perché le donne italiane possano abortire con la pillola Ru486, in ospedale o in day hospital, potrebbe essere più lungo del previsto. Un segnale forte della nuova aria che tira nelle regioni arriva dal neo presidente del Piemonte, Roberto Cota, che ha già fatto che le confezioni arrivate nella sua regione potrebbero restare nei magazzini, spiegando di pensarla in modo "completamente diverso" dall'ex presidente Mercedes Bresso.
Leggi l'articolo su:
Rainews24